Vieni e Vedi

Un po’ di #festagiovani016

Testimonianza di Elisabetta

Festa Giovani 2016 altre testimonianze

Questa volta i frati hanno davvero puntato in alto. Proprio così, perché sabato 9 aprile presso il convento di San Salvatore a Monte alle Croci (Firenze) a me, come a molti altri ragazzi più o meno della mia età, è stata data la possibilità di conoscere la storia di due uomini che ben poco hanno di ordinario. Conquistati dal panorama suggestivo di una splendida Firenze, anche se incupito da qualche nuvola, abbiamo ascoltato innanzitutto la testimonianza di Un po' di #festagiovani016 2Alberto Capannini, uno dei fondatori di Operazione Colomba, che raccoglie i volontari di pace dell’Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini, attivi nelle zone di guerra, i quali attualmente operano in Palestina, Albania, Colombia e Libano. Alberto, fin dalle prime parole che ha pronunciato sul palco, ci è sembrato un romagnolo autentico e simpatico, schietto e sincero. Nel descriverci il suo lavoro e la sua vocazione, è partito citando le parole di Martin Luther King, il cui messaggio di pace lo ha colpito fin da ragazzo e che ancora lo guida nelle scelte di ogni giorno. Egli ci ha descritto la nascita di Operazione Colomba, quando nel 1992, durante la guerra nella ex Jugoslavia, un piccolo gruppo di persone decise di andare a vivere sul fronte dietro Zara, insieme ai popoli in conflitto, tentando di portare la non-violenza proprio nelle zone più colpite dall’odio, dal sangue, dalla morte. Senza mezzi termini, Alberto ci ha descritto cosa davvero vuol dire vivere la guerra e cosa significa agire attivamente da uomini per promuovere la pace, combattendo la pigrizia delle coscienze, l’inattivismo e l’atrofizzazione dei cuori. Ci ha parlato di amore, l’unico mezzo per affrontare tutto questo. “Se mi ami veramente, inventa qualcosa che neppure riesco a immaginare”: così ci ha salutati Alberto, citando una frase raccolta in una delle sue tante missioni sul campo. Ed è l’emozione sprigionatasi dall’ascolto di queste sue parole che ho portato con me a casa: l’amore autentico ci rende capaci di compiere cose straordinarie, cose che immagineremmo impossibili. E solo con questo Amore si può vincere la violenza.

Un po' di #festagiovani016 1Il secondo relatore della giornata è stato Andrea Caschetto, latore di una storia veramente incredibile. Andrea è un venticinquenne di Ragusa, esuberante e pieno di vita, cui dieci anni fa diagnosticarono un tumore al cervello. A causa dell’operazione cui dovette sottoporsi, da “primo della classe” divenne smemorato e carente di concentrazione. Quattro anni dopo Andrea andò in Africa e, cosa sorprendente, al ritorno a casa ricordava tutti i bambini che aveva conosciuto durante il viaggio e tutte le esperienze che aveva fatto: finalmente capì che un nuovo metodo per ricordare c’era, ed era quello di memorizzare attraverso le emozioni. Con stupore, comprese che tutto ciò che colpisce con forza i sentimenti rimane nella memoria a lungo termine. Da allora, ha conseguito una laurea, un master e ha cominciato a girare gli orfanotrofi del mondo intero, semplicemente per stare assieme a loro, farli ridere e giocare. Questo è il progetto di Andrea, che porta avanti con un ottimismo e una sete di vita difficili da dimenticare. “Non avete bisogno di un tumore per amare qualcosa che possiamo perdere ogni giorno. Affrontate le vostre giornate ringraziando la vita”, ci ha detto.

Due storie straordinarie. Chissà, forse un giorno, anche qualcuno di noi che era lì ad ascoltare potrà raccontarne ad altri una simile, forse più ordinaria, ma sicuramente bellissima.

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27 Ott

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