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Sara

Come fuoco vivo!

Come fuoco vivo

Quattro giorni intensi: vissuti in luoghi da scoprire, che stimolano la riflessione e la preghiera, dove poter camminare per boschi così caratteristici o meditare immersi nella natura, dove nessuno di noi avrebbe pensato che tenere acceso il fuoco nel camino della Casa di Preghiera a metà aprile, con una chitarra e sorseggiando un buon thè fosse così bello e confortante.

Il Triduo Pasquale ha come scopo la preparazione all’evento più importante dell’anno per la Cristianità. E come ha detto fra Francesco durante l’omelia: ci meritiamo un bel complimento per aver seguito i ritmi di preghiera, le catechesi, le veglie notturne, il digiuno, il silenzio. Ma vi assicuro che non pesano per niente, soprattutto sapendo di averle fatte insieme ad altri 20 coetanei. Ognuno con la sua storia da portare in condivisione e pronto a supportarti nel momento di bisogno. E seppur siano solo quattro i giorni passati assieme, ne abbiamo fatte di cose! È proprio con la vita di comunità che il legame che si instaura col gruppo e con ciascuno di noi è così forte. Tutti ci portiamo a casa un pezzo de La Verna e il rientro alla normalità dopo un’esperienza delgenere è sempre difficoltoso.

Per molti è stata la prima volta in cui fare servizio alla messa, partecipare alla lavanda dei piedi, o leggere in pubblico. Per me è stato il primo ritiro spirituale dopo un po’ di allontanamento dalla vita di un cristiano “attivo”. Poi un volantino trovato l’anno scorso quando sono passata dal Santuario in una bella gita di trekking e volontariato in Casentino, e che è rispuntato fuori circa un mese fa. La mia compagna di stanza mi ha dettoche “il caso non esiste, è il Signore che ti ha portato qui”. E in effetti è una cosa che ho pensato spessoultimamente, quando ho riflettuto sui segnali ricevuti e sull’intenzione di volermi riavvicinare a Dio e alla fede. Avevo bisogno di resettare ciò che ho passato nell’ultimo periodo, di segnare un nuovo inizio e venire a questo ritiro è stata l’occasione perfetta.

Ho avuto modo di conoscere la comunità francescana con le loro testimonianze. Di interessarmi alle attività organizzate dai frati minori, come la marcia francescana o i pellegrinaggi in Terra Santa. Ho viva in me la speranza di proseguire questo cammino spirituale attraverso una coinvolgente vita parrocchiale (e musicale), rincontrando presto i miei compagni di viaggio, magari alla festa giovani o ai prossimi ritiri.

È importante portare a casa le cose imparate in questi giorni e diffondere ai conoscenti quello che ho provato, cioè una vera e propria terapia per l’anima.

Sara