Skip to main content

Rosita

Rosita

Pillole di idee tra un anno passato e quello appena cominciato

Siamo chiamati a risplendere, come piccoli soli. Come se ogni notte che cala con tramonti di fuoco non fa altro che rinforzarci, lasciando spazio a nuove albe così poetiche da togliere il fiato.

Stupirsi come un bimbo che guarda la sua prima neve, il suo primo mare, le sue prime luci di natale o il suo primo regalo da scartare. Tornare piccoli, gioire delle piccole cose, guardare le persone che abbiamo accanto e rendersi conto della fortuna che si possiede.
È necessario imparare ad emozionarsi come la prima volta. Sempre.
La Verna in questi giorni appena trascorsi ha regalato colori, sorrisi, abbracci e parole piene di vita a giovani in cerca di un capodanno alternativo.
Riconoscere quel “molto di più” lontano da rumori e frastuoni su un monte sospeso tra nuvole che sembrerebbero onde di un mare che innalzano al cielo chiunque le ammiri.
La vita è un teatro di gioie ma anche dolori, un giusto miscuglio di entrambi come un drink ben shakerato bevuto la notte che dicono la più brillante dell’anno ma che noi abbiamo trascorso invece tra voci inebrianti, preghiera e lacrime di gioia ma anche balli sfrenati, arcobaleni umani e svariati manicaretti gustati e tanto apprezzati.

Si può costruire una casa e renderla solida, sicura, con mura, antifurto e quant’altro, ma una casa vera è fatta da cosa la riempi. Il cuore è un muscolo a forma di capanna dove un bimbo non si arrende mai di nascere.
Una ferita può sempre cicatrizzare di nuovo, non importa quanto buio ci sia ancora fuori. Bisogna ritornare sui propri passi spinti da una pace interiore che ridona la gioia di essere al mondo.

Credere dona la forza, la motivazione e la speranza per andare avanti.
Bisogna essere forti, ed essere forti vuol dire anche avere il coraggio di resettare le necessità.
Il coraggio di mettere al primo posto – ancor prima del lavoro, della stanchezza, dei doveri – la necessità di amare bene chi amiamo e chi decidiamo di accogliere nella nostra vita.
In primis Lui colui che si è fatto piccolo in una mangiatoia con un cuore umile e povero, colui che è capace di comprenderci meglio di come ognuno di noi comprende se stesso…
Un Dio che non si stanca mai di noi e che è pronto ad abbracciare tutti con il suo immenso amore…
L’ha fatto con ogni ragazzo o ragazza, suora o frate che ha vissuto con me questo capodanno. Lo raccontano i sorrisi e gli occhi pieni di gioia l’ultimo giorno prima di scendere dal monte nel nuovo anno dove ogni cosa è come l’abbiamo lasciata qualche giorno prima ma con mente, cuore e sentimenti rinnovati…
Molto di più di quello che la ragione può considerare è il disegno che il Signore ha per tutti noi, abbandonarsi al suo Amore e alla sua Misericordia
è la chiave per vivere un nuovo anno mutati nella gioia pura e benevola.