Skip to main content

Nunzianna

Nunzianna

Esercizi spirituali per giovani

Silenzio

Quando mi sono iscritta agli esercizi spirituali ho pensato che mi avrebbero fatto bene dei giorni di tranquillità, senza pensare troppo a cosa mi stesse portando davvero lì. Giro di presentazione veloce, non faccio in tempo ad associare i nomi ai volti che si entra nel vivo di questi giorni…
Silenzio.

È l’invito che mi viene rivolto, al quale si può rispondere con più o meno imbarazzo, ma ormai sono qui e tanto vale provarci.
Silenzio.

Ma la montagna parla e La Verna non è proprio un Monte qualunque. Ognuno viene qui con una domanda, con un’idea, con qualcosa dentro del quale non è forse neppure pienamente consapevole, ma qui quel qualcosa che ti porti dentro emerge, eccome se emerge, e si fa strada nella tua mente, nel tuo cuore. Silenzio, per imparare a vivere il tempo, quello che ti viene dato, che ha una connotazione ben precisa, tempo che si dilata, tempo che sembra quasi fermarsi, per darti la possibilità di viverlo a pieno.

Tempo che senti che è per te, per entrare in quel luogo che vorresti in tutti i modi evitare, che ti fa paura, perché ti rende vulnerabile e tu, quotidianamente, ti impegni con tutte le tue forze a cercare di non esserlo. Tempo per ascoltare il silenzio, silenzio che educa all’ascolto.

Ascolto di parole che riempiono il silenzio e lo abitano, parole che trovano spazio e risuonano come un’ecoche sì, parla proprio a te. E così impari via via ad ascoltarle, quelle parole, alle quali inizialmente poni resistenza, perché ti sembra quasi assurdo che nel silenzio si possano dire così tante cose, ma non c’è nessunabarriera che tenga, quelle parole penetrano e arrivano proprio lì, prorompenti come un frastuono, delicate come sussurro.

Silenzio, tempo, ascolto.

Quattro giorni che passano con la consapevolezza di ogni singolo istante vissuto, con i momenti scanditi dalla quotidianità del Santuario che in poco tempo diventa tua; quattro giorni di sguardi scambiati che valgono più di mille parole, sguardi che creano legami, occhi che instaurano relazioni e ti rendi conto di quanto poco si riesca a comunicare con la voce.
Spesso, alla fine di un’esperienza, mi chiedo come ci sia finita lì… questa volta non mi sono posta troppe domande: magari lo capirò con il tempo, o forse questo era solo un piccolo passo, necessario, per continuare a camminare. So solo che un’esperienza del genere non si può raccontare, è qualcosa di così tanto intensoche, per provare a comprendere, bisogna vivere.