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Irene

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Per ricominciare davvero

Sono trentasei anni che il 2 agosto la marcia francescana arriva a Santa Maria degli Angeli. Ma la Porziuncola è il luogo di un incontro speciale con il perdono del Padre da molto più tempo: da ben 800 anni, da quando San Francesco ha espresso il suo desiderio al Signore: “Voglio mandarvi tutti in Paradiso!

Per descrivere brevemente la marcia si potrebbe dire che è un cammino di 10 giorni, con 165 km da percorrere verso una meta e 80 marciatori.

Ma per me la marcia è fatta di tante bellezze che si possono ascoltare, toccare, vedere.

Vedi i volti di tanti fratelli e sorelle che marciano insieme, con il comune desiderio di puntare in alto. Vedi la strada davanti a te, un susseguirsi di asfalto, sterrato, bosco; in salita, discesa, pianura. Vedi il paesaggio che cambia i suoi colori alla prime luci del mattino, sotto il sole e sotto la pioggia; dalla Toscana alle sue ridenti cittadine, al monte della Verna e i suoi boschi, per finire in Assisi, in una piccola chiesetta dentro una grande basilica.

Senti le storie che i marciatori si raccontano, condividendo le gioie, le paure, i dubbi. Se presti attenzione, senti anche il suono dei passi lungo la strada. È un suono bellissimo: è ritmato, perché tutti seguono lo stesso passo; sensato, perché ha un senso, un obiettivo; corale, perché fatto insieme. E durante quei giorni ascolti la parola di Dio, che plasma il cuore, guarisce la sterilità e fa nascere domande nel silenzio.

Stringi la mano del marciatore che ti è accanto per farvi coraggio a vicenda. Tocchi la terra quando ti inginocchi in una chiesa, per dire grazie al Signore Gesù, quando (almeno per quel giorno) la fatica è finita.

Quando siamo partiti eravamo ordinati e puliti, ma non si può arrivare alla meta integri. Durante il cammino la parola di Dio ti “distrugge”, perché ti fa fare i conti con i tuoi limiti, la tua umanità. E quando sei arrivato alla porta della Porziuncola sai di essere amato davvero per quello che sei, e ti senti perdonato da uno sguardo.

Durante il cammino ci siamo imbattuti in diverse porte. Non devono essere attraversate, ma dobbiamo lasciarci entrare qualcun altro. Dobbiamo aprire la porta per far entrare un annuncio, e per questo ci è stata lasciata una chiave (anzi, nove!). Questa chiave può aiutarci a trovare la strada, la direzione per la prossima tappa. Sarà la tappa più impegnativa, da Assisi fino alla nostra vita quotidiana. Ma dipende da noi continuare a camminare, con uno sguardo da ricercatore. Dobbiamo avere la volontà di trovare la chiave della nostra vita e aprire la porta al Signore che bussa al nostro cuore!

Per me in particolare questa è stata la seconda marcia francescana: la prima esperienza è stata fondamentale per ricominciare da zero, per incontrarmi per la prima volta con l’amore del Padre, ed è stata la spinta per imparare a vederlo nelle grandi cose della vita. Adesso voglio ricominciare davvero, per crescere nella sua amicizia e imparare ad ascoltarlo, anche nelle piccole cose.

Non voglio che la marcia francescana sia solo una bella parentesi in mezzo a una vita ordinaria: vorrei che fosse una direzione e non una destinazione, per continuare a camminare e puntare in alto!

Irene