
Alessia
Terra Santa: la fonte
Luoghi, colori, persone, odori, storie di vita vera e profonda, che passano attraverso orecchie, occhi, narici, pelle, cuore e polmoni. L’orecchio sente, l’occhio vede, ma spesso tutto ècome filtrato dalla nostra mente facilmente distraibile, spesso confusa, in balia del vento, occupata ad andare dove questo la porta.
La Terra Santa ti entra dentro per forza, che tu lo voglia o no, presto o tardi lo fa. Quando sei pronto. Lo fa tramite la pelle che non trattiene cosa le pare e cosa no: fa passare tutto. E da lìarriva al cuore. E ci si attacca.
L’aria buona invece entra dalle narici, nutre i polmoni.
È un’aria diversa non c’è niente da fare!
E i piedi, dove li mettiamo? Caspita: ho camminato sulla terra di Gesù, ho guardato i paesaggi che ha visto Gesù. Ho faticato e riflettuto nello stesso “suo” deserto. Anche solo guardare i sandali ai miei piedi poggiarsi su erba, rocce, acqua, mi faceva salire un brivido leggero lungo la schiena.
Non scorderòmai e poi mai quel deserto immenso, quelle ombre sulle collinette, sembrava un dipinto. Non scorderòla mia resistenza mentale sulle rive del Tiberiade. La mia rabbia e quello spettacolo di paesaggio che mi guardava e si lasciava guardare. Quell’orizzonte che sembrava abbracciarti e stringere delicatamente sia te, che la rabbia che da troppo tempo ti porti dentro.
E invece il vento? Non so come mai, ma non volevo smettere di sentire freddo. Quando sentiamo freddo siamo abituati a coprirci, ma non da quel freddo. Quello mi manca. Il freddo qui èdiverso, non mi parla.
E poi beh.. Che dire della commozione e dei primi segni di cedimento delle mie resistenze sul monte delle Beatitudini? Ho automaticamente e immediatamente ricacciato tutto dentro, da dove era venuto, ma quel primo segno di cedimento ha gettato il seme della mia resa, avvenuta probabilmente nella grotta della natività.
Se devo essere sincera, però, sono stati i luoghi in cui “avrei dovuto provare di più” perchéluoghi di avvenimenti particolarmente importanti per la storia di noi cristiani ad avermi trasmesso di meno. Forse perchémi aspettavo chissàcosa.
I cedimenti sono arrivati nei momenti in cui ho abbassato la guardia. Nei momenti di spontanea commozione altrui, oppure durante le meravigliose catechesi dei frati, senza le quali questi luoghi non sarebbero stati gli stessi.
Qui, nella terra del muro tra Israele e Palestina di cui tanto si parla, ci si rende conto con maggior evidenza di quante “mura” tra di noi costruiamo ogni giorno, forse, spesso, anche senza rendercene conto. Quello èun muro piùevidente di altri ed ècome se li racchiudesse tutti!
Questa èla terra da cui sgorga la fonte della nostra fede, dove la fonte della nostra fede ha camminato, osservato, pianto e pregato e dove anche ha cessato materialmente di scorrere e per assurdo èanche la terra dove si palesa la durezza con cui l’uomo costruisce delle altissime mura tra se stesso e l’altro, invece di formare con lui una cosa sola per il bene dell’umanità.
Questo èil viaggio dei viaggi. Non èun tour, una vacanza relax, una “semplice” visita di posti stupendi, che giàbasterebbe a riempirebbe di bellezza. Èun viaggio dentro se stessi, dentro la vita semplice e umana di Gesù, nel suo Spirito e nelle sue grandi opere. Èun viaggio che ti resta dentro e ti entra sotto pelle. Tocchi con mano, pelle, cuore, passi e lacrime la vera fonte. Rientri a casa contento e con la voglia e la speranza quasi impaziente di ritornarci presto!